IL SOGNO DI JACOB

              Il docufilm di Luigi S. Veneziano sull'artista Nik Spatari e la nascita del Musaba

IL DOCUMENTARIO
UN'OPERA NELL'OPERA

“Il sogno di Jacob”, che dà il titolo al film, è il nome di uno dei capolavori più famosi del maestro Nik Spatari che fondò a cavallo tra gli anni '60 e '70, insieme alla sua compagna Hiske Maas, il Musaba: un museo laboratorio nel cuore dell’Aspromonte.

Il film racconta la vita di Nik e delle sue forme espressive, attraverso la fusione di elementi reali e di fiction. Elemento centrale del racconto è l’ispirazione che ha mosso le mani dell’artista fin da quando era solo un bambino. 
Diretto da Luigi Simone Veneziano e prodotto dall’associazione culturale 
Le Sei Sorelle, il docufilm è realizzato grazie ai fondi Pac della Regione Calabria per la valorizzazione del sistema dei beni culturali calabresi, al sostegno della Fondazione Carical 
e ha il patrocinio gratuito della Calabria Film Commission 
e del Parco nazionale dell’Aspromonte.

Il Musaba diventerà una metarealtà
sospesa tra il vero
e l'immaginazione

«Hiske ha la forza di un gigante che spesso travolge ma ti sviluppa i muscoli se riesci a stare al suo passo. Con Nik, in Aspromonte, hanno costruito una visione e la tengono stretta perché nessuno possa portargliela via. E in molti ci hanno provato.
Il Musaba non si lascia mai, ti scolpisce sui muri e allora devi tornare».

È l’ispirazione l’elemento fondamentale su cui il film si basa. Sensibilità, conoscenza e conflitto interiore, animano l’azione e la narrativa del documentario. 
"Il sogno di Jacob", attraverso una soluzione stilistica precisa, racconta di una troupe diretta da un regista dal passato brillante ma dal presente tormentato, che deve raccontare il Musaba e Nik per un servizio televisivo. Il film, attraverso un montaggio alternato tra momenti prettamente documentaristici e sequenze di fiction, ci mostra Nik alle prese con la creazione di una nuova opera ma soprattutto il suo quotidiano e quello di Hiske, la sua compagna. 


Evento fondamentale della vita di Nik fu la perdita dell’udito durante i bombardamenti nella seconda guerra mondiale. 
Da quel momento la sua vita cambierà radicalmente.  
L’assenza di suoni sarà  per lui una luce sconosciuta e personale che, in seguito, trasformerà in opere 
dai colori formidabili.

Realizzato con i fondi Pac 2014-2020, annualità 2018, Azione 3, Tipologia 3.2 - Regione Calabria  

Con il contributo di Fondazione Carical

Con il patrocinio di Calabria Film Commission e Parco nazionale dell'Aspromonte

il cast

Francesco Paglino

Si é formato incrociando i percorsi di Roberto Castello, Theodoros Terzopulos, Judith Malina, Jurij Alschitz e Mamadou Dioume. Al cinema é stato diretto da Paolo Sorrentino, Eduardo De Angelis, Stefano Incerti e Roberto Faenza. A teatro ha lavorato con Renato Carpentieri, Enrique Vargas, Remondi e Caporossi e in produzioni di Teatri Uniti con la regia di Andrea Renzi e di Toni Servillo.

Enzo De Liguoro

Enzo De Liguoro, attore e performer riconosciuto a livello europeo, vanta collaborazioni con l'asrtista di fama internazionale Marina Abramovich, Studio azzurro, Rabarama. È  conosciuto al pubblico del piccolo e grande schermo per le sue interpretazioni in “Squadra antimafia”, nella fiction “L’ultimo padrino” e nel film “Corpo celeste.

Pino Torcasio

È stato diretto da registi italiani del calibro di Stefano Sollima, Alberto Sironi, Stefano Vicari, Ivano De Matteo, Marco Tullio Giordana, Stefano Mordini, Roberto Faenza, Ricky Tognazzi, Simona Izzo. Ha interpretato diversi ruoli in serie di grande successo come “Romanzo criminale”, “Il Cacciatore”, “La vita Promessa” di Ricky Tognazzi e “Solo – seconda stagione”.

Gioacchino Criaco

scrittore

Gioacchino Criaco autore di bestseller come “Anime nere”(Rubbettino)  e “La maligredi” (Feltrinelli), interpreta se stesso in un cameo del film. La sua scena, carica di emozione, è un documento eccezionale che racconta un pezzo di storia calabrese in modo rivoluzionario e illuminato.

Alessandra De Liguoro

Ha conseguito l'attestazione in “Performing Art” all’Accademia Teatro La Scala di Milano. Fra i riconoscimenti: miglior attrice emergente consegnato dall’Accademia della Crusca, al Festival del libro di Torino; “Attrice d’eccellenza”, Regione Calabria. 

Danilo, il piccolo Nik

Il piccolo Danilo, 8 anni, debutta per la prima volta sullo schermo, nei panni del piccolo Nik Spatari.
Capelli biondissimi e occhi di un celeste profondo, Danilo buca lo schermo con il suo sguardo carico di intensità.

crew

LUIGI SIMONE VENEZIANO

Regia
Regista, montatore, produttore indipendente, Luigi Simone Veneziano nasce a Cosenza il 6 febbraio 1980. L’incontro con alcuni maestri di cinema come Nicola Badalucco, Vincent Schiavelli e soprattutto Moraldo Rossi, cambierà definitivamente il suo approccio alla costruzione delle storie. Molte le collaborazioni con autori musicali e gruppi musicali. Nel 2015 grazie al documentario “L’isola di Bonaria” vince il primo premio all’Etuscia Green Film Fest e riceve una pubblicazione di due pagine su Vogue Casa. Nel 2010 fonda la V.P.R. produzioni&Management, ricoprendo fino ad oggi la carica di direttore artistico. Nel 2018 vince con il booktrailer tratto dal romanzo “Tre volte”, il primo premio nella categoria booktrailer al festival internazionale TrailersFilm Fest.

ALESSIA PRINCIPE

Soggetto e sceneggiatura
Giornalista professionista con una laurea in giurisprudenza chiusa nel cassetto senza rimpianti. Per dodici anni ha lavorato nelle redazioni dei quotidiani calabresi: Edizione della Sera, Calabria Ora, Cronache del Garantista. Si è occupata soprattutto di spettacolo e costume con brevi incursioni nella cronaca. Scrive di cinema e televisione sul blog dell’Huffington Post. A ottobre 2016 la sua mostra video-fotografica “Stati Uniti della Sila” è stata esposta alla Galleria nazionale di Cosenza per le “Giornate del Contemporaneo”. Scrive racconti per alcune riviste letterarie. Nel maggio del 2018 ha esordito nella narrativa con “Tre volte” (Bookabook), il suo primo romanzo. 

VITTORIO SALA

Direttore della fotografia
Come direttore della fotografia si divide tra il Regno Unito, il Portogallo e l’Italia. Nel 2010 studia a Cinecittà e nel 2012 gira “Wheels” (regia di Marco Oliva). Nel 2016 a Londra ha la possibilità di legare con Rui Pedro Sousa e Dominic Hassall. Molti dei cortometraggi che ha realizzato come direttore della fotografia hanno conquistato un posto di rilievo nei più importanti festival internazionali. Tra i suoi lavori: “Rotella fuori posto” di Eugenio Attanasio. “ L’ultimo sole della notte” di Matteo Scarfò. “Adventures in austherity” di Dominic Hassall, “La ricetta” di Luigi Pironaci; “George” di Rui Pedro Sousa. “Insanium” di Rui Pedro Sousa, “Ladykiller” di Marco Oliva, Kne di Alessio Pasqua, “Iddhu” di Luigi Pironaci.


LUIGI PORTO

Sound designer
Come sound designer/montatore, inizia la carriera a teatro, poi ha studiato alla Scuola A.P.M. a Saluzzo, e ha iniziato a lavorare nel campo cinematografico a Roma con professionisti del settore (Stefano Di Fiore e Fausto Ancillai su tutti). Ha lavorato finora in oltre 40 film presentati e proiettati ai festival di tutto il mondo: Cannes, Venezia, Roma, Torino, Locarno, Berlino, Toronto, BAFTA, Tampa International, Hoboken e Academy Awards tra gli altri. Lavora anche in tv e pubblicità. Come artista del suono, i suoi lavori sono stati premiati al Macro, Romaeuropa, Affordable Art Fair, No Longer Empty. Dal 2013 è resident composer e Chief Sound Designer presso la NY International Brazilian Opera company. Vive e lavora a New York City.

FRANCESCA MARCHESE

Organizzazione generale e casting manager 
Francesca Marchese è un’attrice e regista. Si è formata all’Accademia d’arte drammatica della Calabria e all’Accademia delle Belle Arti prima a Catanzaro poi a Roma. Lì studia recitazione con Alvaro Piccardi, Alejandra Manini, Graziano Giusti, Luciano Lucignani seguendo diversi stage all’Accademia del dramma di Varsavia. Collabora con il Teatro Colli di Bologna e l’Arena del Sole. Collabora con registi cinematografici, autori e produttori indipendenti. È stata director casting per il film “Rapiscimi” uscito nelle sale di tutta Italia nella primavera del 2019.
 


ANDREA RAS

Aiuto regia
Classe 1980, si è laureato in Discipline arti musica e spettacolo all’università della Calabria nel 2004 con una tesi di laurea su “Totò”, spinto dalla sua passione verso il cinema e il teatro. Dopo aver recitato come attore in pièce teatrali è tra i fondatori della Vpr, società di produzione video, dove opera come aiuto regia e operatore video. Ha lavorato a diversi cortometraggi, video clip e documentari tra i quali “L’isola di Bonaria” vincintore dell’ETusciaGreenMovie Fest.


GIUSEPPE TRIPODI

Fonico


WALTER CUTRUPI

Operatore Movi


SIMONE NOCCHI

Fuochi


FRANCESCO FARINA

Riprese aeree

rassegna stampa

il diario

IL CIELO CHE TI CROLLA ADDOSSO
(giorno 1) 


di Alessia Principe

Tira vento al Musaba. Ma il caldo non lo ammazzi con due carezze. Però te lo fai un po’ più amico. Silvana si lamenta che mangiamo poco. Ma c’è da fare, troppi fogli, correzioni a penna, a matita, a memoria, c’è il set più su da montare. Francesco parte col treno da Caserta nel giorno del caos sui binari a Nord, il generatore tarda, asfaltano sulla statale. Spallucce e occhio al telefono. Andrà tutto bene, dai.

Le nostre camere sono opere d’arte. Affreschi sui muri, volte di legno. La mia finestra verde dà sul mosaico di fuori che ci guarda, con tutti i suoi tassellini ancora sparpagliati.

Primo ciak. Salita e fiato sulle pietre irregolari verso La Rosa dei venti.
Arriva Nik, mi parla di Picasso incontrato al mercato della frutta a Parigi; Hiske ci segue con il cagnolino Saba, la regina del Musaba.

La Statale fa tu-tum. Vibra tutto sotto il ponte e sulla vallata del Torbido secco e bianco. Il decollo è sempre il momento più delicato. Trattieni il respiro e stringi i pugni. Va tutto bene se ti concentri. L’aereo non vuole che nessuno si rilassi, lo tiene su l’adrenalina, la paura. E funziona. Allora vanno bene adrenalina e paura. Purché tengano su tutto, come per l’aereo.
E va bene che è sera, c’è il pollo in forno, un concerto di cicale nella foresteria. Stanotte il cielo ci crolla addosso e lo dobbiamo proprio abbracciare tutto per non cadere all’indietro. Domani ci aspetta l’alba.

LA LUCE DELLA MONTAGNA
(giorno 2)


di Alessia Principe

Il sole spunta dalla camicia della montagna alle sette meno dieci. Ma alle cinque e mezza il chiarore già bagna l’aria. Il sonno ha tardato, sbriciolato prima della sveglia. È tutto azzurro, freddo, prima del dorato dell’alba e delle sagome nette.
Il colori del Musaba si accendono di contrasti.
I rossi e i blu e i gialli.
Fresco sotto gli alberi, che si scambiano rami e rumori. Caffettiera gigante, crostata.
Cinque minuti e siamo già in volo sui tetti della foresteria, nel viale alberato che trascina alla stele.
Danilo è piccolo, magro magro, biondissimo, due occhi di meraviglia.
Attraversiamo la vegetazione selvaggia del bacino del Torbido. Giuseppe ha saggiato il sentiero a caccia di suoni. Dice che possiamo scendere. Finisco nel rivolo freddissimo. Gli altri ci saltellano sopra. Il caldo rimbalza sulle rocce bianche. È come camminare su uno specchio col sole che picchia come un dannato.
Apriamo gli ombrelli, ci innaffiamo di acqua la gola. Non basta mai.
Arriva Gioacchino. Saliamo a casa di Nik. Il gatto è addormentato sulla scrivania. Neanche si volta. Noi invece siamo tutti su di loro, su Gioacchino, Nik, Hiske.
Le schede delle camere si riempiono ma le parole sono tutte importanti. Nik e Gioacchino parlano di coraggio, forza, luce. La luce dell’Aspromonte. Che è diversa, potente, che ti trascina dentro e non ti molla più. Parlano di ritorni necessari.
Pieni. Siamo tutti pieni di colori. Ci hanno tutti dipinti, come un quadro. La stanchezza non c’è, evaporata. Non c’è mai stata. Il tempo si allunga e non pesa, ci accompagna con la mano. È una mano solida, forte. A colori.


IL TEMPO INCURVATO
(giorno 3)


di Alessia Principe

È successo. Il tempo si è dilatato come un elastico e lo spazio si è contratto sulle nostre teste. Mi sembra di essere precipitata dall’alto e di rimbalzare lentissima in questo caldo asfissiante che percuote tutto l’Aspromonte. Ti soffia in faccia e poi smette di botto solo per vederti ansimare, per vedere se ce la fai davvero a salire un altro po’. E noi saliamo. Intanto sono passati secoli per il mondo di fuori e noi siamo ancora giovani.
Stamattina presto ho sentito sotto la mia finestra rumore di piccole schegge che si rompevano.
L’assistente di Nik stava preparando la colla e i tasselli per il mosaico. In dieci minuti siamo tutti in piedi, mezz’ora dopo le camere sono accese, i microfoni piazzati, io e Francesca appiattite all’altro lato del muro a guardarlo lavorare.
Nik dice che in realtà lui ha centottanta anni non novanta.
“Lavoro di giorno ma, di notte, sogno di lavorare e di volare. È sempre stato così, da quando ero piccolo”. Vive due vite che uniscono desiderio e materia, visione e realtà.
Intanto sceglie un tassello lungo, non quello verde, dice all’assistente Nicodemo, lo vuole blu. E il cielo è opaco di caldo e mezzogiorno.
E intanto il tempo dov’è?.
Abbiamo chiuso la giornata alle undici di sera bevendo un mezzo bicchiere di vino rosso. Sembrano centomila giornate in una, oppure un secondo e mezzo disteso in un attimo. Lo dicevo che il tempo qui è diverso, neppure scorre, non si può dire che rallenti e basta, semplicemente non esiste.


IL BENESSERE DELLE CATASTROFI
(giorno 4)


di Alessia Principe

Un barbagianni ci è volato a filo nell’oscurità totale. C’è un nero così pieno, intorno, che non ti senti ancora nemmeno nato. Sei come da qualche parte nell’universo a nuotare senza sapere proprio niente di niente. Così leggero. Quasi non tocchi con le punte per terra. Niente pesi, niente gravità.

Ultima notte al Musaba e tutti dormono nelle cinque stanze che si allungano nella foresteria.
Il giorno è un sali e scendi, sali e scendi, fisico e mentale, continuo. Sei stanco dopo poche ore di fatica a boccheggiare nell’afa, ma è una stanchezza che fa bene, ti guarisce la testa. Anzi, più sei stanco più sei forte, più trovi la via d’uscita più vinci. Se ti fermi ti rialzi subito a controllare, riscrivere, calibrare, respirare.
Mai salire troppo agile, finisce che fai l’errore di guardare un attimo in basso ed è allora che rischi di perdere l’equilibrio.
Ma è anche bello, dico perdere l’equilibrio, aiuta a ritrovarne uno migliore, a cambiare visione. Da quando sono qui mi è successo almeno cento volte. Come dice Arnold nella sua teoria più famosa: quando accade la catastrofe, il sistema cambia piano di equilibrio, quello che c’era prima scompare, diventa diverso, alieno.

Alieno, sì, come la scultura dell’angelo, dietro al monastero del Musaba. La adoro. Sembra scesa dal cielo, brillante d’acciaio, con questa forma a cerchio persa nelle rovine a due passi dal sogno di Giacobbe che appena entri ti piomba sulla testa, ti precipita dentro.

Hiske è una combattente vera, ha uno spirito da guerriera antica e non ha paura di niente e nessuno. Alle dieci e mezza dice che la luce è alla giusta altezza nella cappella e giriamo con Nik. Mentre aspettiamo il cambio di obbiettivo lui mi racconta di Ben Hur.

Gli chiesero di disegnare lo schizzo della famosa scena delle bighe. È una sua visione. Così come la locandina. Io amo Ben Hur. L’avrò visto cento volte.

Poi a casa disegna per noi, mentre il gatto gli sonnecchia sui colori e Saba fa due giri di perlustrazione per capire se va tutto bene, se siamo amici, se Nik è al sicuro. Appoggia il muso sulle zampe e riposa, ma sempre con l’orecchio teso.


una produzione

si ringrazia: alfredo bruni gioielli, publiepa, agenzia fotografica francesco aloe

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